sabato 28 marzo 2009

Sbronza con le amiche

Inutile negarlo, quando si beve gli ormoni e i vapori dell’alcol si prendono per mano e raggiungo l’apice del tuo cervello. Cominci a scatenarti in un ballo un po’ più erotico, scivolando su e giù sulle gambe che si schiudono e si aprono mentre l’orlo della gonna longuette raggiunge un’altezza vaginale, il corpo si scioglie in libidinosi pensieri sul barista che dall’inizio della serata ti ammiccava dolcemente, fiumi di parole scorrono tanto velocemente e liberamente da garantirvi di collezionare le migliori figure di merda della vostra vita. Perdete il completo controllo delle vostre azioni e se le amiche non vi tengono d’occhio rischiate di cadere in “fallo” tra le braccia di un eccitante sconosciuto. Nel migliore dei casi raggiungerete il bagno in tempo per liberarvi lo stomaco in totale privacy, nella peggiore delle ipotesi coronerete la serata disgustando tutti con una plateale manifestazione da “volta-stomaco”! Sperando che nessuno vi abbandoni sulla panchina della strada stile Audrey Hepburn in Vacanze Romane, probabilmente il buon cuore delle persone con cui avete passato la serata, completerà l’opera di buona samaritana accompagnandovi a casa tra coltri sicure e medicamentose. Così dopo una caffè potente per riprendervi da quello straziante cerchio alla testa che vi impedisce di pensare e di fare azioni ad una velocità superiore del rallenty, scoprite dalla telefonata della vostra amica che tutto quello che vi è tornato in mente mentre dormivate non era un incubo ma il resoconto di una serata che ha marchiato a fuoco la vostra persona.
C’è poco da fare, solo sane risate con le amiche strappando o nascondendo bene le foto che testimoniano l’accaduto e assicurarsi che una futura e simile disfatta avvenga sempre:
-in presenza di persone di cui fidarsi;
-senza appartarsi con estranei o sconosciuti che approfitterebbero della nostra perdita di autocontrollo;
-evitando di metterci alla guida;
-con il cellulare spento onde evitare di fare telefonate di cui pentirsi a persone(colleghi di lavoro, ex-ragazzi) che con quella serata non centravano davvero nulla;
-con un giaciglio sicuro ove tornare; se dobbiamo tornare a casa dai genitori…forse è meglio chiedere asilo politico ad un’amica!

mercoledì 25 marzo 2009

SESSO TRA ANIME

Un giorno passeggiavo per un viale e voltando lo sguardo tra i tronchi possenti di quegli alberi e quel valzer di foglie autunnali che carezzano i rami,ho intravisto due tumultuosi spiriti in eccitazione. I miei occhi hanno scrutato le forme e i contorni, e lì, dove il sole infuriato
sapeva di non poter far arrivare i suoi raggi, un angelo e una demone si consumavano di passione.
Lui, un soffio di piume con una tunica pura e celestialmente intatta che scendeva lunga dal collo alle caviglie coprendo silenziosamente gli insani e incontrollabili istinti che sporcavano la sua anima e le sue ali. Un verginale rossore si disegnava sulle sue guance mentre con titubanza non riusciva a frenare i timidi gemiti di piacere e le mani che scorrevano su un corpo diverso dal suo, un corpo che era altro da sé.
Lei, così umanamente carnale, vestita di pelle nera con stivali rossi, un fuoco libidinoso che scorreva ferocemente sulla sua pelle mentre assatanata e assetata di perversi desideri, si nutriva e godeva di quel passionale strusciarsi e toccarsi e leccarsi mentre urla di sfrenato piacere si liberavano sulla sua insaziabile bocca.
I due corpi non riuscivano a frenarsi, a controllarsi, a gestirsi; le mani scorrevano ovunque incontrollabilmente assaporando ogni parte del corpo mentre le gambe, infuocate e violente, si intrecciavano, s’aprivano e si chiudevano lasciando passare qualsiasi gesto maledettamente bramato. La bocca angelica si macchiava torbidamente dell’ insoffocabile peccato di leccare quel seno così morbido e caldo mentre quelle indemoniate labbra così ardenti e maliziosamente cattive, scendevano e strappavano a morsi quelle vesti inviolate. L’instancabile e fremente bisogno di struggersi tra quelle dita succhiandosi ansiosamente l’essenza più profonda del godimento.
D’improvviso un raggio di sole, curioso e impertinente è riuscito ad aprirsi un varco tra le fronde illuminando nitidamente i tratti di quei visi: erano loro, le due metà della mia anima, inseparabilmente attanagliate dalla ingestibile voglia di perdersi e confondersi e viversi nel suo essere divina e dannata!

GRAZIE AMICI DI BLOG(e amici in genere)!!!



CARI AMICI di blog e non solo!
Grazie per aver partecipato a questo gioco con me... è stato divertente e istruttivo questo scambio di pensieri! (Il gioco varrà ancora per chi arriverà in ritardo:-)) E' sempre bellissimo poter leggere quello che scrivete(sul mio blog e sui vostri ), è come se avessi la possibilità di sbirciare delicatamente nella vita di ognuno di voi senza pregiudizi e falsità. Le cose più belle di questa blog-amicizia sono la libertà e la sincerità! Un abbraccio e un sorriso a tutti!

Ps.Continuate a scrivere perchè tutti possiamo imparare qualcosa da tutti...nutriamoci l'anima!!!

martedì 24 marzo 2009

AI MIEI CARI AMICI DI BLOG!!!(e amici in genere)


Cari amici,

vi premetto che questa idea è spudoratamente copiata da una blogger (darksecretinside) che l'ha proposta per prima. L'ho apprezzata e l'ho voluta riproporre nel mio blog per la stessa curiosità che ha spinto lei!
In pratica frequentandoci, anche solo attraverso queste finestre virtuali, vi sento vicini nei pensieri e nell'anima, il confronto con voi è un lasciapassare verso la conoscenza dell'animo umano, nelle sue molteplicità! Non so cosa arrivi a voi di quando mi leggete, e in realtà mi piacerebbe scoprirlo. E quindi vorrei che mi lasciaste un commento su come disegnereste la mia personalità... e se volete, ditemelo, e farò la medesima cosa con voi!

lunedì 23 marzo 2009

Il gusto del proibito

Vorrei dirvi che il sesso è solo corpo, ormoni, vibrazioni sulla pelle, ma non è così. La maggior parte della componente sessuale si scatena ferocemente e incontrollabilmente dal nostro cervello.
Le fantasie si dipartono vogliose dal nostro cervello per catturare e infuocare le nostre carni, nascono per stuzzicare l’istintività, la perversione, quella dissacrante curiosità che trasforma il non rispetto delle regole in trasgressione; più la cosa è limitata, pericolosa, immorale, inconsueta, più nella nostra mente si scatena il desiderio di vivere ciò che non dovremmo vivere, possedere chi non dovremmo possedere, violare quello che non dovremmo violare. La cosa che più ci seduce è rompere la quotidianità con l’inusuale e l’inaspettato, qualcosa che nello stupore e nella meraviglia ci faccia commettere gesti per cui dovremmo sentirci rei ingiustificabili, senza possibilità di difesa.
E mentre lavoriamo o studiamo o passeggiamo il nostro sguardo fissa un punto nel vuoto e i nostri pensieri partono verso la terra della perdizione, la nostra anima si sporca sensualmente di insanguinata voluttà mentre sogniamo ad occhi aperti quel passionale delitto di due corpi che audaci si consumano e si bruciano nella penombra della vita.
Così si nutre tra le nostre gambe e i nostri pensieri quel dolce senso di colpa di aver violato il proibito, di aver varcato l’intrigante soglia dell’inaccessibile, di aver bramato e catturato attimi di intimo godimento lontani o ad un soffio da occhi indiscreti e porte semisocchiuse.

Storie

Caro diario,
vorrei dirti che riempirò le prossime righe raccontandoti qualche fatto scandaloso o altamente libidinoso, ma a quanto pare questa volta non sarà così. Voglio raccontarti di una telefonata inaspettata che ho ricevuto: era la mia migliore amica che, dopo i canonici 10 minuti di risate all’inizio dì ogni conversazione, mi ha chiesto di scrivere un post su di lei e sui suoi sentimenti. Ho riflettuto, mi sono guardata attorno e ho iniziato a scrivere. Vorrei dirti che la sua è una malattia rara, una di quelle che capitano ad una persona su milione ma non è così perché, mio caro amico di penna, la mia amica è malata d’amore. E’ difficile metter bocca su queste questioni, basta una nota sbagliata e vien giù l’intero pentagramma, eppure quella che ne vien fuori è una dolce melodia. In realtà quando lei e il suo ragazzo sono insieme litigano e, se potessero, s’ucciderebbero, mentre vecchi rancori tornano a galla distruggendo fragili equilibri basati su fugaci attimi di amore e di felicità. Non ci sono mezzi termini o purgatori…o è il paradiso o è l’inferno e lì, tra altalenanti stati d’animo e malsane metabolizzazioni psicofisiche delle vicissitudini quotidiane, si schiudono e si struggono indomabili schizzi di passione.
Lei, inspiegabilmente annientata e disorientata nel raggiungimento dei suoi obiettivi, mostra una sconcertante e contrastante dipendenza/rigetto nei confronti di lui; lui, teatrale e piazzista, gestisce scaltramente i propri sentimenti tirando le fila di questa meta-storia. Vorrei dirti che si tratta di una punta di Beautiful(anche perché non mancano gli sguardi che durano 3 ore e 4 puntate) ma non è così: si cercano, si rincorrono, si bramano e, quando si trovano, si perdono tra le silenziose lenzuola dell’erotismo puro; poi si destano da questo travolgente sogno, si guardano negli occhi e bastano poche parole per far riaffiorare odi e rancori di errori mai perdonati. Vorrebbero dirsi ti amo, vorrebbero giurarsi amore eterno, ma la paura e l’orgoglio vincono sui sentimenti. Non so se scrutando nel profondo dei loro cuori potrebbero riscoprirsi soffio del vero amore; forse è solo una folata di vento che ricorderanno sorridendo tra qualche anno o forse è una di quelle storie che ti porti dentro in un angolo lacerato delle proprie anime, questo non posso saperlo. Certo è che nella vita ci sono giorni, attimi, anni in cui viviamo emozioni indescrivibili che soggiogano la nostra razionalità e nutrono la nostra perversione, il nostro istinto, la nostra infantile ma meravigliosa capacità di stupirci. Il fato centra davvero poco, ci dona la possibilità di incontrarlo; resta a noi l’ardua decisione di goderlo e fuggire o viverlo anima e corpo per l’eternità(o almeno finche duraJ). L’importante, quale che sia la decisione, è cercare di non farci influenzare dai fattori sbagliati, da quegli impulsi di sconsiderato risentimento che di solito guidano la nostra mente verso l’annichilimento e la solitudine, onde evitare di guardarsi indietro con uno straccio di pentimento nelle mani e una nostalgica lacrima sulla guancia.





Ps.Ho mantenuto la mia promessa!

domenica 22 marzo 2009

Avevo un amico

Un giorno avevo un amico:
la voce dei miei pensieri più silenziosi, il sorriso nel pianto, la parola dolce dopo un pasto amaro, la telefonata di risate in una giornata di pioggia, la birra al pub, il mio pomeriggio di studio allegro e divertente, l’abbraccio puro e innocente di chi si vuole bene, gli infiniti discorsi guardandosi negli occhi senza dire una parola.
Poi è arrivata lei, vestita di insano amore, sesso gelosia e ipocrisia, diabolica mente scaltra e astuta, il fuoco che ha bruciato e consumato qualsiasi prato e qualsiasi fiore potesse sbocciare attorno a lui.
Un giorno avevo il mio amico, poi è arrivata lei e me l’ha portato via.



ps. Un bacio a tutti i miei veri amici!!!

venerdì 20 marzo 2009

Ti sento

Silenziosa si avvicina la tua mano al mio corpo, scivola incauta dietro la nuca e scosta i capelli dalla mia spalla.
Le tue labbra annegano nel profumo della mia pelle e la tua lingua, fremente e tremante, carezza i miei desideri inaspettati.
Un raggio di sole filtra dalla finestra, ci stringe, ci lega, annoda sui nostri disinibiti corpi un soffio di passionale eccitamento.
I vestiti scivolano via e nella penombra della stanza sento il tuo corpo approdare sul mio, …il tuo respiro e i tuoi gemiti divampano sui miei sensi e un profondo piacere nutre le mie vogliose curve.
La mia calda mano stringe un lembo del lenzuolo mentre una libidinosa estasi in sconvolgimento si consuma dentro di me; ti sento mio, ti sento fin dentro il cuore, affamato e delirante mentre ti sazi morso dopo morso del mio corpo e della mia anima ansimante.

giovedì 19 marzo 2009

In me

Tu
nei raggi dell’alba quando il sole fa capolino nei miei giorni e mi ricordi che la mia essenza profuma di noi


Tu
nel calore di quelle purpuree sfumature mentre un alito di passione insanguina la mia furente anima




Tu,
mentre lentamente mi addormento, mi stringi al tuo cuore e mi fai sentire anima del tuo corpo.



mercoledì 18 marzo 2009

...Ogni singolo istante...

Rubando la frase ad una celebrità cinematografica (Casper) vi dico che morire è come venire al mondo però al contrario. Possiamo provare a invertire le stagioni e i giorni della settimana, possiamo scambiare le albe con i tramonti, ma non riusciremo a stoppare le lancette dell’orologio. Il tempo scorre irrefrenabilmente e dinanzi a questo sembriamo inconsolabili: è come pagare il biglietto a teatro per una tragedia e restar male a fine spettacolo…ma insomma lo sapevamo. E quando siamo venuti al mondo ce l’avevano detto che tutto inizia e tutto finisce, allora di cosa ci meravigliamo? Forse perché siamo esseri umani e stupirci è per noi un fenomeno congenito…Come quei casi in cui restiamo esterefatti dinanzi a situazioni che noi stessi creiamo, con tutti i pro e i contro, e poi non ci rassegniamo per come vanno a finire le cose. Siamo davvero degli esseri strani.
Certo è che nella nostra esistenza hanno creato il sole e la luna, uno sorge e l’altro tramonta; e non importa quanto può essere lunga una notte…potrete attendere un minuto o diverse ore ma vi garantisco che prima o poi finirà. Se la luna torna a trovarci ciclicamente, non si può dire la stessa cosa della vita in cui, invece, tutto ha un principio e un termine. Dinanzi a questa realtà possiamo mostrarci inconsolabili o grintosi, in entrambi i casi nulla muterà. Visto che le cose restano come sono forse ci conviene vivere nel migliore dei modi. Viviamo il tempo che è giusto vivere, sprechiamo il tempo che è giusto sprecare, ridiamo piangiamo mangiamo e facciamo l’amore e cerchiamo almeno per qualche minuto al giorno di sognare cose che realizzeremo poi per ore intere. Probabilmente se potessimo rimandare ogni cosa nulla ci stimolerebbe più, non ci struggeremmo mai per qualcosa se non corressimo il rischio di perderla, il nostro cuore non palpiterebbe per la fugace passionalità d’un istante d’amore. L’idea dell’eternità è la più dolce consolazione della nostra mente, il cassetto più sicuro dove riporre i nostri ricordi per nutrire l’anima; ma noi diamo valore alle cose, alle persone, ai sentimenti proprio perché sono caduchi, effimeri, irrefrenabili. La cosa più bella allora è vivere la nostra vita, osservarla se necessario da un ponte da un davanzale dall’attico d’un palazzo…insomma da vari punti di vista e ardere ogni giorno di passione, quell’entusiasmo che ci fa apprezzare fino in fondo l’amarezza del dolore, la fragranza del piacere e la profondità dell’amore, per sentir scorrere nelle nostre vene ogni singolo giorno senza mai doversi voltare indietro per rimpiangerlo.


Ps…..anche perché veleggiare per i mari della propria vita non ha prezzo, per tutto il resto c’è Mastercard;-)

lunedì 16 marzo 2009

Tu


Un alito di vento freddo carezzava la mia pelle e i miei pensieri erano bloccati tra il bianco il nero e il grigio della vita. Ho chiuso gli occhi stingendomi le braccia attorno al corpo e ho iniziato a pensare a te; era la prima volta che un sorriso riecheggiava nella mia anima mentre una lacrima rigava il mio viso. Tu sei tornato a vibrare nei miei ricordi: nel buio della mente all’inizio appannata e sfocata, s’è fatta sempre più nitida e distinta la dolcezza con cui mi carezzavi con lo sguardo sfiorandomi le labbra e sussurrandomi Ti Amo. Un improvviso calore ha cominciato ad avvolgermi e a cullarmi, il silenzio s’è tramutato in musica e i giorni si sono colorati. Sbattevo le ali, poi ti ho conosciuto e ho iniziato a volare.

sabato 14 marzo 2009

...parte dello stesso sogno d'amore

Gli uomini da quando sono nati, nella loro tenera fragilità e nel loro timore dell’ignoto, hanno sempre avuto bisogno di nascondere le loro paure in illusorie credenze e in effimere speranze. Avete mai sentito nominare Platone? Nel Simposio (e per i più cinema dipendenti, Tre uomini e una gamba docet) si parla dell’uomo presentato come una mela perfetta, completa nella sua interezza; un giorno l’invidia degli dei si scatenò e Zeus divise la mela in due parti identiche che disperse nella confusione della terra. L’uomo, così, per conquistare la sua felicità avrebbe dedicato il resto della propria vita alla ricerca della sua metà.
Oddio, io l’unica associazione che ho sentito con la frutta era quella uomo-banana, ma a quanto pare siamo tutti un po’ mele. Non credevo che una buccia, dei semini e un po’ di polpa facessero di noi dei miti, eppure a quanto pare siamo gli artefici incontrastati del nostro destino. Non voglio e non posso credere all’idea dell’anima gemella, se così fosse vivremmo nell’inquietudine eterna di trovare quell’unico raggio di luce nel buio della notte che faccia sorgere il sole. E se non la riconosciamo quando la incontriamo? E se dovessimo perderla per un qualsiasi motivo? Saremmo davvero destinati all’infelicità e all’insoddisfazione? No, sarebbe impossibile vivere. Credo che nella vita ci siano tanti modi d’amare e di essere amati, credo che in ogni persona troviamo qualcosa di diverso in cui rifletterci, credo che riscopriamo con ciascun amore un motivo sempre differenti per cui sorridere. Non credo all’idea romanzesca e fiabesca dell’anima gemella legata indissolubilmente ad una felicità imperitura; piuttosto credo,e non posso negare,che esista il grande amore della propria vita. Un giorno, in un momento inatteso della nostra esistenza incontriamo qualcuno con cui toccarsi palmo contro palmo per riscoprirsi stelle dello stesso cielo e colori di uno stesso arcobaleno. So cosa vuol dire riscoprirsi battito del suo cuore leggendo nei suoi occhi il nome della mia anima, so cosa vuol dire ritrovare nei suoi sogni la realizzazione più intima dei miei desideri. E’ come per un poeta riscoprire in quel corpo l’essenza dei suoi versi, un pianista che fa scivolare le dita sul pianoforte sognando di carezzare la sua pelle, un essere umano che riscopre nei suoi abbracci il perché della vita, il vero motivo per cui svegliarsi ogni giorno ed essere felice.
Il suo corpo e la sua anima diventano tutt’uno con la mia, si perdono in un valzer di emozioni e di passionali sensazioni che sfiorano l’esplosione del piacere vero. Tutti i pensieri si fermano quando la sua bocca sboccia sulle mie labbra in una primavera di indescrivibile eccitamento, danzando sulle note di effusioni e perversioni, di gemiti e di sospiri ansimanti. Il vero senso di ogni singolo giorno nasce dai nostri incontri, dai nostri baci, dai nostri abbracci. Sgorga dalle nostre liti e dalle nostre discussioni una sofferenza che ci nutre, ci svuota e ci tormenta. Impossibile fermare quel flusso di sensazioni e di tenerezza, di passione e di caldo eccitamento che mi travolge; ogni mia parola si concretizza nelle sue frasi e ogni suo gesto si realizza tra le mie mani. Si passeggia, si balla, si nuota, si chiacchiera, si vive ogni singolo giorno come se fosse l’ultimo, con la stessa audace e profonda intensità con cui si vive un sogno durante la notte; liberi di donarsi e di godersi, di prendersi lasciarsi e rincorrersi come onde dello stesso mare e soffi di vento nel medesimo cielo. …Due entità separate e distinte ma parte dello stesso sogno d’amore. Nessuno giurerebbe sull’eternità di un rapporto, solo nei libri “vissero per sempre felici e contenti” perché cristallizzati su quelle pagine. Ma la vita è altro, la vita è rumore e silenzio, è rottura e scontri, è sorrisi e pianti…La vita è ai bordi di un marciapiede, lì dove inciampano cadono e si rialzano esseri umani mortali e fragili, angeli senza ali che vivono di speranza e di fede alla continua ricerca di ciò che, probabilmente, si nasconde a un palmo dai loro occhi ma che non riescono a vedere. L’eternità non ha senso se noi per primi siamo caduchi, effimeri e di passaggio, solo i ricordi profumano di immortalità. Qualsiasi cosa accada e comunque si dipingano le mie ore sulla tela del destino posso dire di aver vissuto il vero amore, di averlo sentito respirare ardere e scivolare dentro di me. L’ho incontrato, l’ho vissuto e l’ho perso…ma nulla potrà cancellarlo dai miei ricordi o prendere il suo posto. In qualsiasi universo nuovo e inaspettato viaggerò il suo infinito alito di dolcezza soffierà per sempre dentro di me; ci apparterremo per sempre nel corpo e nell’anima.

giovedì 12 marzo 2009

Dentro e fuori ...l'anima

Uno scambio di vedute con un “amico di parole” mi ha fatto riflettere su una cosa apparentemente trasparente ai nostri occhi e nonostante ciò, esageratamente pressante sulle nostre coscienze. Quanto conta nella nostra vita il giudizio degli altri? Facciamo spesso i superiori e quelli sopra le righe, ci vestiamo in modo il più possibile personale per non confondersi col resto della gente, cerchiamo in tutti i modi di emergere come voce dissonante fuori dal coro per brillare di luce nostra e non di luce riflessa e mentre il mondo gira vorticosamente attorno a noi…gli altri ci stanno a guardare. Spesso ripetiamo a noi stessi che non ci importa nulla della gente, che l’oceano è grande e non ci importa di tutte le onde che lo dominano, perché noi siamo diversi e non ci infrangeremo mai sugli scogli. Eppure non neghiamo al nostro cuore che qualche volta, anche se non ci piace ammetterlo a noi stessi e agli altri, quei giudizi talvolta gratuiti e superficiali, privi di una dimora nella casa della comprensione, orfani di qualsiasi bontà d’animo partono dalle labbra della gente e ci trafiggono l’anima; nel silenzio dell’orgoglio faremo una risata sarcastica per dimostrarci invincibili dinanzi a qualsiasi attacco e così, mentre un falso sorriso si disegna sulla nostra bocca un’ amara comicità cerca di smorzare l’imbarazzo. Ci mostriamo freddi e indifferenti ma dentro vorremmo urlare, vorremmo gridare al mondo tutto il nostro astio e il nostro rancore, vorremmo far capire a quelle lingue di serpenti che non sanno quello che dicono, che non ci conoscono e non possono permettersi di giudicare, che non immaginano nemmeno come ci hanno ferito quelle parole e come le nostre ferite, invisibili ai loro occhi, continuino a sanguinare. E d’improvviso ci sentiamo soli in mezzo al mondo, ci allontaniamo da quelle voci per cercare di rimarginare quei tagli nel silenzio della nostra anima. Ci sentiamo incompresi, inquieti, in collera con gli altri per quello che hanno detto e con le nostra mente che non riesce a far tacere quelle voci.
Eppure tutti ci somigliamo un po’, nel bene o nel male credo che siano davvero poche e superficiali le differenze che ci diversificano; forse anche noi molte volte volutamente per difenderci o inconsapevolmente abbiamo inveito e trafitto un altro cuore come il nostro e non abbiamo asciugato le sue lacrime quando abbiamo visto quel sorriso sarcastico sulle sue labbra. Probabilmente dobbiamo imparare a parlare un po’ meno e ad ascoltare un po’ di più, dobbiamo maturare per gli altri lo stesso rispetto che abbiamo per noi stessi e cercare di scatenarci contro gli altri come difesa e non come attacco; e se invece la cattiveria umana non si placa e si sfoga su di noi, allora restituiamole quello che ci ha inflitto e cerchiamo la verità nelle parole di chi ci vuole davvero bene e ci conosce nella nostra essenza più profonda.

mercoledì 11 marzo 2009

Insomma...NOI STESSI!

Un 30 di Febbraio di un anno XY ci svegliamo, ci affacciamo alla finestra e ci lasciamo accarezzare dai seducenti raggi del sole; ci laviamo, ci pettiniamo, ci vestiamo e non mettiamo nemmeno un filo di trucco perché quelle ore di sonno anche se poche sono state così pienamente godute che non hanno lasciato sul nostro viso nemmeno un piccolo segno di stanchezza. Camminiamo per le affollate strade della città e ci sentiamo forti e invincibili, orgogliose di quella giornata come di tutto il resto della nostra vita, pronte a calciar via qualsiasi dolore ci attanagli trasformando i problemi in sorrisi con un semplice tocco del nostro coraggio.
Un 31 Febbraio di un anno XY ci svegliamo, ci affacciamo alla finestra e seguiamo con lo sguardo tutte le goccioline di pioggia che impetuosamente si affannano per ricoprire ogni singola superficie; ci laviamo, ci pettiniamo, ci vestiamo e cerchiamo col trucco di coprire quelle indelebili tracce di stanchezza che la notte agitata e angosciosamente insonne ha lasciato sul viso. Vorremmo uscire ma una ingestibile spossatezza attanaglia il nostro corpo e la nostra mente, la fragilità e l’insicurezza di quello che siamo trasforma in insoddisfazione la nostra incapacità di risolvere anche i piccoli problemi quotidiani, ci sentiamo tristi e inspiegabilmente soli.
Qualcuno potrebbe scientificamente o cinematograficamente (se riecheggia nei propri ricordi “La sindrome di Sthendal”) diagnosticare questi radicali cambiamenti di prospettiva come sindrome di doppia personalità. In realtà la soluzione è più semplicisticamente celata dietro gli inquietanti e repentini cambiamenti del nostro umore anche dopo aver ascoltato una canzone, dopo aver ricevuto una telefonata, dopo un incontro o una discussione; nella nostra umile umanità siamo capaci di trasformare le albe in tramonti o gli inverni in primavere e talvolta senza esserne nemmeno del tutto consapevoli. Per alcuni questa può essere una dannazione, qualcosa per cui maledire sole terra e luna, per altri può essere una benedizione, una manna dal cielo per rendere diverso e inaspettato ogni singolo giorno, dipende tutto da come si vive…Ricordate la storia del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Ecco, quella! Non c’è una spiegazione razionale e certo non dobbiamo cercare di cristallizzare i nostri atteggiamenti fissandoli sempre e comunque con una specifica motivazione. L’istinto arde in noi come la fiamma di un incendio che divampa, perché frenarlo? C’è forse qualcosa di male nell’essere se stessi? A prescindere credo che la bellezza di questi imprevisti cambiamenti stagionali nella nostra anima siano frutto della nostra vulnerabilità, delle nostre piccole o grandi incertezze, della nostra paura dell’ignoto, del nostro essere così deliziosamente imperfetti, insomma del nostro essere così dolcemente umani.

martedì 10 marzo 2009

Meglio farlo che pensarlo...;-)

Inutile cercare per tanto tempo nel vaso di Pandora quello che in realtà abbiamo ogni giorno sotto mano. Certo è che nei momenti di crisi, nei raptus di follia dopo aver scoperto un tradimento, negli alti e bassi di solitudine, nelle ore di vacanza fuori con gli amici…quello che arriva salvifico a grandi ali a risollevare le sorti delle nostre perplessità mentali è il sesso, si avete capito bene, il sesso.
Dopo aver scoperto un tradimento la maggior parte della gente si tuffa a capofitto in un atto di rivendicazione usando una scopata fugace col primo o col secondo che capita;
-ci si lascia, una storia finisce e dopo poco tempo anneghiamo in una relazione sessuale con una persona che a mala pena conosciamo pur di far illusoriamente tacere i nostri dolori e i nostri ricordi;
-camminiamo per strada, conosciamo una persona che ci attrae parecchio e uno dei primi pensieri che attanaglia la nostra mente è la curiosità di conoscerla tra le lenzuola,…dai non facciamo gli ipocriti, parlo di quei flash mentali che punzecchiano la nostra immaginazione più perversa quando scatta un istinto carnale;
-andiamo in vacanza con gli amici e volendo o volando ci scappa sempre la storiella estiva;
-iniziamo un nuovo lavoro e troviamo una persona con cui scatta una forte attrazione sessuale…state certi che prima o poi, lavorando gomito a gomito ogni giorno, arriverà l’acme della frammentazione dell’autocontrollo e lì, basterà la prima circostanza di una stanza vuota per saltarsi addosso;
-una studentessa e il suo docente si scambiano infuocate occhiate a lezione o all’esame e, chissà come mai, dopo innocui incontri per i corridoi di facoltà, saranno sufficienti quattro mura o un giro in auto per isolarli dal mondo e far scattare una passionale aggressione fisica.
Intendiamoci, non sto parlando della storia della vostra vita, del grande amore che attanaglierà il vostro cuore per sempre; parlo di quelle strane combinazioni chimiche che arrivano come impulsi irrefrenabili al cervello che in un travolgente turbinio feromonico vi fanno spogliare l’altra persona con gli occhi. Parlate di altro, sorseggiate un caffè, ogni tanto ci scappa una piccola e innocua carezza e poi, superata la soglia dell’imbarazzo vi scambiate un primo intenso travolgente bacio e di lì…via, rotolando passionalmente verso il letto o verso i sedili ribaltabili dell’auto, iniziate a toccarvi, a spogliarvi, a rincorrervi carnalmente. Disconnettete il vostro cervello e lasciate che tutti quei vogliosi istinti che prima erano solo nella vostra mente, prendano vita su quel corpo. L’inibizione che prima vi frenava si è trasformata in razionalità sessuale e vi convincete che l’unica cosa da fare in quel momento è sfrenarvi liberamente godendovela al massimo. Tanto si sa, quando non ci sono sentimenti, di norma non ci sono problemi. Di solito per queste cose non c’è mai un seguito sentimentale (e se c’è vi garantisco che durerà davvero poco,almeno nella maggior parte dei casi), restano piccoli punti esclamativi di soddisfazione personale nell’aver ottenuto qualcosa che volevate, lo sfizio che vi siete tolti nutrendo il vostro corpo e il vostro ego. Non voglio assolutamente materializzare il sesso, ma diciamoci la verità, certe avventure piombano nella nostra vita come una folata di primavera che distoglie il nostro sguardo dalla realtà e dai problemi; di sicuro non troveremo le risposte ai nostri dubbi tra quelle lenzuola, né dobbiamo in modo presuntuoso credere che sia sempre la scelta più giusta da fare; però potremo almeno goderci la soddisfazione fisica di un orgasmo in piena regola e la soddisfazione psicologica di aver fatto quello che volevamo quando, dove, come e con chi volevamo.

lunedì 9 marzo 2009

Le verità nascoste...si, nel cassetto

Un giorno un genitore, lontano e inconsapevole delle realtà che viveva il figlio in quel momento o forse accecato dall’amore e quindi con le mani davanti agli occhi per non guardare, varca la soglia della camera del figlio (o della figlia, non sto qui a soffermarmi sul sesso) e apre il cassetto per riporre le robe stirate. Oddio, la mamma sviene lunga lunga sul pavimento della cameretta e perde i sensi; si risveglia forse dopo qualche minuto quando il cagnolino le si avvicina per leccarle il viso. La povera donna incredula ripete a se stessa che forse era meglio quando, seguendo il consiglio della prole, lasciava la roba stirata sul letto e poi chi di competenza l’avrebbe messa a posto. Certo è che allungando le dita nel cassetto la mamma tira fuori una cosa lunga, di carta, morbida, con qualcosa di marrone dentro e alla punta degli sfilacci. La annusa e pensa:”oh mio Dio, mio figlio si drogaaa, nooooo,perché,.. perché a me!” . Mentre cercava di riporre la canna a posto così come l’aveva trovata onde evitare che il figlio s’accorgesse che aveva frugato nel suo cassetto, la povera donna aggiusta i boxer tutti da un lato come stavano e schiaccia per sbaglio una scatola. La prende, la tira fuori per ricomporla e farla ritorna nella forma originaria e inizia a leggere:”Duuureeex, super anatomici”. In preda allo sbigottimento pensa”Super anatomici? Ma mio figlio non usa gli assorbenti!” . Poi continua a leggere “Piacere vero”. Guarda la foto sulla scatola e, mentre una paralisi stava per bloccarle entrambi i lobi occipitali, volge lo sguardo al crocifisso della cameretta e con le lacrime agli occhi dice a voce alta: “Oh Gesù mio perdonalo se ha peccato, non sa quello che ha fatto! E io che credevo sarebbe arrivato vergine al matrimonio!Ma quando è cresciuto mio figlio? Ieri aveva due anni e andava a carponi e oggi si sta per laureare…ma dopotutto è ancora il mio bambino!”
Non contenta, ma ormai incuriosita, continua nel suo percorso investigativo. Sente dei rumori metallici. Ebbene si, tra le magliette e i calzettoni la donna scova due cerchi metallici legati da una piccola catenella con delle chiavi appese e pensa: “oh Santissima Vergine incoronata, fa che queste manette siano quelle che usava da piccolo per giocare a guardia e ladri con i cuginetti”! Ormai ha iniziato e deve proseguire; la donna continua. Mentre tira fuori le manette per riporle accanto a sé(e forse magari per rendere più piccante la serata col marito), un filo agganciato alla catenella tira fuori un pezzo di stoffa rosso in raso con dei ricami neri..La donna lo prende in mano, lo gira in un senso, lo gira nell’altro senza capire il verso giusto e, abbandonando per un istante il suo ruolo di genitore pensa “oh, cavolo nel sexy shop avrei sempre voluto chiedere alla commessa quale fosse il verso giusto per indossarlo, ma mi vergognavo. Ma perché non mettono insieme nella scatola un manuale di istruzioni. Con tutti questi buchi e questi gancetti…boh!”. Dopo questo momento di defaillance ritorna in sé e pensa: “Quella Rossella non è la ragazza giusta per mio figlio, l’ho sempre detto. E poi come fa ad entrare in questo pezzettino di stoffa. Da domenica prossima col cavolo che la invito a pranzo!”.
Frastornata, stupefatta, confusa la mamma è ancora lì in ginocchio sul pavimento, quando all’improvviso sente il rumore della porta di casa “Mamma, sono io, sono tornato”. La donna in preda al panico, ripone velocemente tutto nel cassetto ed esce dalla stanza. Superata la soglia si ricompone, si asciuga le lacrimucce e va verso il salotto per accogliere il figlio continuando a pensare:
“Ma dove ho sbagliato? Perché? Perché a me?”…si aggiusta un momentino i capelli “Mmmmhhh…però, quando va a scuola devo tornare nel cassetto per leggere la marca del completino intimo, era proprio carino! E poi devo ricordarmi di uscire più tardi con la scusa di comprare il pesce…Ho visto che Banana Moon aveva le manette in vetrina a 10 euro, dal sexy shop costavano di più”!

sabato 7 marzo 2009

Per sempre dentro di me

Ci siamo lasciati. E ripeto a me stessa che non possiamo tornare insieme; eppure non riesco a dimenticare:
-il soave suono della tua voce quando stringendomi a te tra le lenzuola mi sussurravi “Ti Amo”
-il profumo della crostata alle fragole che hai preparato per il mio compleanno
-il rumore dei tuoi pensieri quando mi guardavi in silenzio dopo aver litigato
-il profumo intenso della tua pelle quando il tuo corpo scivolava sul mio
-le tue labbra che baciavano le mie lacrime mentre i tuoi occhi mi ripetevano che tutto si sarebbe risolto
-le urla furibonde ed esasperate quando non riuscivamo a trovare un punto di incontro nelle discussioni
-le corse con la macchina per arrivare in orario al cinema avendo perso tempo lungo la strada per soddisfare un improvviso istinto sessuale
-le cene a lume di candela a casa tua
-la panna montata che spalmavi sulla mia pelle e che assaporavi dolcemente con la tua lingua
-le infinite coperte che mettevi sul letto perché morivo di freddo pur non sopportandole perché tu avevi caldo
-il bacio della buonanotte prima di addormentarci la sera
-le centinaia di canzoni cantate o i giochi di parole e gli indovinelli che facevamo in auto durante tragitti molto lunghi
-i panini che preparavamo prima di partire per una gita
-le albe e i tramonti assaporati abbracciati sulla riva del mare
-i film o i concerti o le cene nei locali lasciati a metà per correre in bagno e sbattersi violentemente contro il muro
-le lunghe telefonate di notte per confessarsi disinibite fantasie sessuali
-i mille bigliettini d’amore e i tanti regali che mi hai fatto senza un motivo o un’occasione
-le sorprese che mi facevi venendomi a trovare a lavoro
-tutte le volte che mi svegliavi all’alba perché mi desideravi troppo e non potevi aspettare nemmeno un altro secondo per fare l’amore con me
-il tuo straordinario spirito d’orientamento che ci salvava quando il Tom Tom dava d’aceto
-le infinite attenzioni che mi dedicavi per rendere speciale ogni mio giorno
-tutte le volte che hai smorzato il mio imbarazzo con la tua comicità
-la tenera delicatezza con cui mi sfioravi quando abbiamo fatto l’amore la prima volta
-le poche ma intense volte in cui mi hai ripetuto che sono la donna della tua vita
Non posso dimenticare tutto questo, o forse non posso dimenticare te.
Ho fatto entrare il tuo amore nel mio cuore, ho chiuso la porta e ho gettato via la chiave.

Il piacere del sesso

In questo mondo di linguaggi diretti e spudorati, di dissacranti violazioni del romanticismo, di minigonne vaginali e jeans a vita bassa con boxer a vista, di canzoni libidinose e confessioni licenziose, sembrerà strano ma il sesso, il vero sesso(non quello"tanto per farlo") per molti è ancora un tabù. Mi dissocio dalla mera materializzazione di un atto che per quanto fisico nel piacere e nel godimento, dovrebbe comunque conservare una propria dimensione di romantica spiritualità; mi stupisco però, con sommo rammarico, di quanto possa esistere di ancora tanto oscuro circa tale manifestazione nonostante i molteplici tentativi sociali di far luce sulle dinamiche, le problematiche, le perversioni associate a questa realtà fisica. Come mai aumentano i metodi contraccettivi e aumentano gli acquisti delle pillole del giorno dopo? Come mai aumentano le produzioni di preservativi e aumentano i casi di Aids? Come mai cresce il numero dei sexy shops ma diminuiscono le persone che liberamente rendono manifesti i propri acquisti in questo tipo di negozi? Come mai aumenta la libertà dell’individuo nei suoi rapporti sociali ma diminuisce il numero delle persone che esce preferendo restar a casa incollate davanti a una monitor lasciandosi coinvolgere da illusorie conversazioni virtuali? Perché è aumentata la possibilità di avere rapporti sessuali ma diminuisce il numero delle persone che lo fa fisicamente preferendo, invece, farlo virtualmente? Perdonate la disorientante e vorticosa sequela di domande che vi ho sottoposto, in realtà sono punti di una tragica riflessione che dovrebbero farci comprendere di come si sia a parer mio portato allo scoperto il lato sbagliato del sesso o almeno si sia machiavellicamente tramutato un bisogno umano in una moda. Tutti lo fanno, tutti lo usano, tutti ne parlano…ma sarei curiosa di sapere quante persone Vivono il sesso facendolo con sentimento(e non parlo d’amore ma di passione,anche nei rapporti occasionali), con consapevolezza e con coscienza. Vivere il sesso non vuol dire semplicemente farlo, vuol dire percepirne ogni più intima essenza nella sua peculiare istintività, bisogna mangiarlo, respirarlo, assaporarlo fino in fondo nei suoi lati più delicati e nei suoi lati più perversi. Oggi, invece, la smania del “farlo” ha sballottato la vera bellezza di un atto fisico tanto sublime quanto travolgente per far spazio ad una filosofia del mordi e fuggi privo di qualsiasi orgasmo psicologico. Peraltro la precocità con cui diminuisce la soglia anagrafica del primo rapporto sessuale ci dimostra come una banale scopata tra quindicenni nel bagno di una discoteca viola la bramante attesa di un’esperienza epocale della nostra vita e spalanca le porte ad una fredda, disincantata e insipida manifestazione di una tendenza sociale. Non c’è più il gusto di vivere con desiderio, con ansia, con quel dolce batticuore che rende fiabesco anche un rapporto occasionale, se vissuto sia con il corpo che con l’anima. Non sono un’ipocrita o un bigotta anticonformista che esce dal coro sociale con la sua voce dissonante e discordante; la mia è un’esaltazione del sesso (sia occasionale che non, sia con sentimento che senza) fatto con uno spirito maturo di chi vive un’esperienza carnale mettendo in gioco e facendo coinvolgere tutti i propri sensi. Non c’è nulla di più inquietantemente soddisfacente del perdersi tra le lenzuola sentendo urlare dal godimento le mani, le braccia, il seno, il collo, la lingua, gli organi e ogni singola parte del corpo e della mente che è possibile far esplodere di piacere; bisogna assaggiare ogni singolo istante sulla pelle mentre un intenso orgasmo ci impedisce di pensare e di ragionare razionalmente. Il sesso deve essere vivo, deve essere per noi assetati come un bicchiere di acqua ghiacciata in un’afosa giornata estiva: ci deve attrarre profondamente lasciando crescere in noi un infuocato desiderio di sensualità; berremo lentamente e intensamente dal suo calice lasciando scivolare nella nostra gola un piacere primordiale che ci attraverserà dentro fino in fondo e lì, dentro di noi, esploderà perversamente un incontrollabile istinto animale.

venerdì 6 marzo 2009

Punto e a capo

Da quando nasci e poi nel corso degli anni vivi tante di quelle esperienze che ti cambiano, in bene o in male ma che comunque ti aiutano a crescere. Vivi tante storie, baci diverse labbra, assapori più di un profumo e senti scorrere diverse mani sul tuo corpo. Ma c’è un momento nella vita in cui scopri te stessa negli occhi di una sola persona, riscopri la tua anima nelle sue parole e senti battere il suo cuore nel tuo corpo. Mentre ti abbraccia senti che non c’è nulla di più bello e di più emozionante al mondo perché il mondo si schiude lì, tra le sue braccia. Purtroppo non tutte le favole, almeno su questa terra, hanno un lieto fine; capita a volte che anche le cose belle finiscano e passino, ma non si dimenticano. Così scopri che all’inizio lo cerchi negli occhi, nelle mani, nei sogni di tutti gli altri ragazzi che incontri; ogni film, ogni canzone, ogni fotografia parla di voi e dei vostri ricordi. Nessuno potrà mai prendere il suo posto nella tua vita, nulla cancellerà mai le erotiche e passionali sensazioni che vi hanno unito dentro e fuori le lenzuola mentre un insoffocabile istinto carnale palpita ogni volta che vi rincontrate. Vivervi è stato meraviglioso, lasciarvi è stato un eterno morire. Il tuo cuore non trova pace e credi di non riuscire più a sentire il profumo della primavera. Inutile negarlo, le teatrali conclusioni shakespeariane d’impronta tragica non esistono più, ma nulla ti impedisce di portarti dentro tutto quello che hai avuto la fortuna di sentire, respirare, vivere insieme a lui e che l’ha reso l’uomo della tua vita. Non si può scordare il Paradiso dopo averlo conosciuto ma passando attraverso l’Inferno, c’è la possibilità di raggiungere almeno il Purgatorio. Così quando le taglienti lame della tristezza s’affievoliranno forse ricomincerai a volgere lo sguardo altrove alla ricerca di una nuova storia e forse,chissà, di un nuovo amore. All’inizio sarai spinta da una compulsiva voglia di gettarti a capofitto in avventure insensate; poi, stanca e insoddisfatta dallo svendersi ad occasionali esperienze che non rimarginano le ferite, stroncata da un simile annichilimento della tua umanità sentimentale,inizierai a cercare un’altra persona a cui voler bene. Inevitabilmente partirà il confronto e modellerai tutti i nuovi ragazzi sull’ideale del tuo amore, sarai inquieta e incontentabile, in preda alla confusione e al turbamento. Se è vero che tutto inizia e tutto finisce, di sicuro ci sarà sempre nella vita qualcosa che termina e un’altra che incomincia, estate e inverno s’alternano…perché non può accadere con le storie d’amore? Allora alziamoci da letto, alziamo la tapparella della stanza per lasciarci accarezzare dal sole (e se piove basterà accendere la luce!) e spariamo la musica a tutto volume…se inizia un altro giorno, inizierà anche una nuova vita. E in attesa che cambi la pagina del libro che cerchiamo così faticosamente di portare a termine, possiamo anche chiamare un’amica per annegare in una coppa di gelato o per organizzare un’ubriacata generale in un locale col karaoke.
La fortuna è dietro l’angolo…se non giriamo come facciamo a trovarla?!?

Un puntino su un foglio bianco...

Non si sa esattamente come funzionano le dinamiche sentimentali tra gli esseri umani; i poeti hanno scritto poesie, i pittori hanno fatto scivolare il pennello su tele tese e sconfinate, gli psicologi hanno frenato sui libri parole trascinate dal vento. Nonostante ciò si continua a sbagliare, ad innamorarsi, a scivolare, ad eccitarsi partendo con il corpo e ferendosi poi l’anima. Tutto inizia con chiacchiere leggere e risate fragorose che in realtà nascondono l’imbarazzante desiderio di volersi alzare di scatto lasciando cadere alle proprie spalle la sedia e sbattersi contro il muro perdendosi in un bacio passionale, caldo, travolgente. Le ore si tramutano in minuti e i minuti in secondi, il cuore comincia a battere all’impazzata e in un attimo di incontrollabile attrazione le bocche si avvicinano, le lingue si intrecciano e le braccia avvolgono due corpi che si perdono l’uno nell’altro. Ci si inchina dinanzi all’onnipotenza dell’irrefrenabile istinto carnale e silenziosamente i vestiti scivolano via e il profumo della pelle si perde tra le lenzuola. I gemiti riecheggiano e s’alternano con ansimanti sospiri di piacere mentre un caldo ardore sfiora pelli infuocate e frementi. Attimi di passione, d’emozione, di follia che credevamo svanissero con il sorgere di un nuovo sole e invece passano i giorni, le settimane, i mesi e lui è ancora accanto a te. Non sai perché ma stranamente percepisci un dolce piacere nel continuare a sentire la sua voce, a leggere i suoi messaggi, a trascorrere con lui soffici momenti di divertimento e spensieratezza. Poi un giorno accade qualcosa che sballa tutti gli equilibri, disorienta le consuete e tenere abitudini, altera la vostra dimensione. Inspiegabilmente e improvvisamente ognuno riprende le propria strada e con un silenzioso e profondo affetto nel cuore ci si allontana e ci si perde nei meandri di un’apparente amicizia che profuma spudoratamente di sesso e di attrazione fisica.